
L'IPNOSI
Definizione, esemplificazione e chiarimento di uno strumento che sta aprendo le porte a una nuova frontiera ancora inesplorata. Uno strumento naturale, importante e di aiuto.
Stati modificati di coscienza
L'IPNOSI è un argomento che oggi nel XXI secolo, crea ancora tanta confusione, paura e dubbi infondati, in quanto la sua divulgazione nei secoli è andata scemando in termini di qualità, serietà e realtà della materia.
La cosa curiosa è che bene o male a chiunque gli si chieda se abbia già sentito parlare di ipnosi, si ottiene una risposta affermativa, ma tolto chi ha già provato l'esperienza di uno stato ipnotico indotto, nessun'altro è in grado di descrivere esattamente quale sia l'essenza di questo prezioso strumento.
Qualche piccolo spiraglio di luce si inizia ad intravvedere con tanta fatica e noi di ERMETE proviamo a fare chiarezza per poter dare all'ipnosi il valore che ha, in tutta la sua naturalezza.
Partiamo dall'inizio e capiamo quali sono le proprietà che la contraddistinguono.
Il Vocabolario TRECCANI descrive l'ipnosi così:
ipnòṡi s. f. [dal fr. hypnose, der. del gr. ὕπνος «sonno»]. – Particolare stato psicofisico, a carattere dinamico e non statico, con modificazioni della coscienza affini a quelle del sonno e con prevalenza delle funzioni rappresentativo -emotive su quelle critico-intellettive; può essere indotto da un operatore (ipnotizzatore) attraverso un rapporto interpersonale con il soggetto e con opportune tecniche di tipo psicologico, ma può essere anche autoindotto, per mezzo di spontanei monoideismi suggestivi e altre tecniche: essere in stato di i. (e, in similitudini, agire come in uno stato di i., in condizione di quasi incoscienza).

Jean-Martin Charcot (Parigi, 29 novembre 1825 – Montsauche-les-Settons, 16 agosto 1893)
Neurologo francese noto principalmente per i suoi studi neuropsichiatrici sull'isteria (che ispirarono Sigmund Freud) e per essere stato il primo a identificare e descrivere alcune malattie neurologiche importanti come la sclerosi laterale amiotrofica (detta infatti anche malattia di Charcot) e la neuropatia ereditaria denominata malattia di Charcot-Marie-Tooth.
Uno Stato modificato di coscienza è il modo più adatto per descrivere uno stato ipnotico, insieme alla parola Concentrazione.
Tra i vari significati che vengono attribuiti alla coscienza, uno che ci interessa è quello riservato alla coscienza come consapevolezza dell'ambiente circostante e la facoltà di interagire con esso. L'espressione 'livelli di coscienza' indica che la coscienza pare variare a seconda dei diversi stati mentali (come per esempio l'immaginazione e i sogni a occhi aperti).
L'incoscienza si definisce, per negazione, come lo stato mentale nel quale la coscienza è assente, non si ricevono informazioni sensoriali esterne/interne, come per esempio quando si sviene, si è sotto l'effetto di anestetici o per la classica morte.
Questa definizione determina ciò detto a monte, ossia che l'ipnosi è uno stato 'modificato' della coscienza, proprio perché durante uno stato ipnotico il soggetto non perde in alcun modo i contatti con la realtà: non sviene, non dorme, anzi percepisce il tutto in modo differente rispetto allo stato di presenza normale.
Questa elemento esclude automaticamente il fattore che la persona non ha percezioni di ciò che vive e sente (anche a livello uditivo per esempio). Pensate solamente come farebbe ad esserci un'interazione verbale tra operatore e soggetto senza la possibilità di udire di quest'ultimo.

I sensi si attivano, le percezioni cambiano, la mente entra in condizioni percettive amplificate, lo stato psicofisico modifica i parametri di immagazzinamento delle informazioni e delle sensazioni.
Tutto questo grazie alla CONCENTRAZIONE nominata poc'anzi.
Sì, perché l'ipnosi è soprattuto uno stato di concentrazione e focalizzazione; e con questo possiamo sfatare un altro grande falso mito dell'immaginario collettivo: tanti pensano di non aver mai provato lo stato ipnotico.
Il più grande errore è quello di credere che l'ipnosi sia una dote di pochi eletti, che come una magia, possa intervenire sulla mente della gente e manipolarla a proprio piacimento come dei burattini.
E se ti dicessi che entri in uno stato di ipnosi naturale ogni giorno e più volte al giorno?
So che questo può sembrare strano ma ti porto alcuni esempi che ti faranno riflettere in merito:
Ti è mai capitato di guardare un film al cinema e di essere così attento e concentrato sulla trama, da entrare nella scena come partecipante, tanto che intorno tutto scompare: il pubblico, le poltrone, ecc..?
Oppure quando sei alla guida della tua auto e percorri un lungo tratto di strada senza esserti accorto di essere giunto a destinazione dovuto ad un missing-time dell'accaduto durante il viaggio?
Per non parlare di casi accaduti durante la 1° guerra mondiale nei quali alcuni soldati si sono accorti di aver perso un arto solo alla fine della battaglia.
Potremo andare avanti a citare un sacco di esempi come questi e sono certo, che anche tu ne troverai tanti che ti riguardano e che ripeti ogni giorno, come cercare disperatamente in giro gli occhiali che stai indossando o fissare il muro con i pensieri che volano.

Ma quali sono i benefici che l'ipnosi può donare e in quali campi di utilizzo viene adottata?
L'ipnosi di per sé non cura nulla, ma come già detto, diventa strumento ideale per potenziare l'efficacia delle metodologie che i professionisti adoperano nei loro settori di lavoro.
Oggi grazie ad essa, il suo utilizzo sta prendendo sempre più piede nelle applicazioni terapeutiche; viene adottata nelle strutture ospedaliere, in sostituzione/affiancamento alla farmacologia anestetica per interventi anche importanti, passando dalle semplici analgesie in ambito odontoiatrico fino alle esportazioni di cellule tumorali; chiunque non possa assumere farmaci anestetici o nel trattamento terapeutico del dolore, per dare una mano al supporto psicoterapeutico e mentale.
Tutto ciò non significa che non abbia efficacia in altri ambiti della nostra vita privata e sociale, anzi: basti pensare a quanto si possano incrementare le prestazioni atletiche in ambito sportivo piuttosto che facilitare la memorizzazione nell'apprendimento, un potente canale per gestire meglio i problemi del rilassamento e del sonno e per tutto il resto, come si dice... spazio alla fantasia.

Con tutti questi bei presupposti, quali sono gli elementi che scientificamente accertano l'esistenza del fenomeno ipnotico? E ancora, perché viene spesso paragonato al sonno quando invece non si tratta di questo?
In effetti il termine ipnosi (dal greco Hypnos = dio del sonno) fu introdotto dal chirurgo scozzese James Braid nella prima metà del XIX secolo, per le analogie che a quel tempo sembravano esserci fra le manifestazioni del sonno fisiologico e quelle che si avevano in quella condizione particolare; i primi magnetizzatori (vedi il magnetismo animale e il Mesmerismo) inducevano infatti nel soggetto, uno stato che veniva chiamato sonno magnetico, ma che in realtà non aveva nulla a cha fare con il sonno che tutti noi conosciamo.
Per fortuna oggi la la tecnologia e le avanzate indagini delle neuroscienze non solo hanno sfatato questa leggenda, ma hanno dimostrato che, durante lo stato ipnotico, la nostra mente è più vivace e attiva che nel corso dell’esperienza vigile.
I tracciati dell'EEG dimostrano che le frequenze emesse dal cervello si modificano in base alle situazioni emozionali che si innescano durante le attività quotidiane (onde Beta) che noi tutti compiamo.
Le onde Delta, le più lente, si presentano al momento in cui dormiamo profondamente, per arrivare a toccare con l'ipnosi quello Theta, quali sono gli stati di rilassamento molto profondo.
Le onde cerebrali Theta possono essere considerate il subconscio; esse governano la parte della nostra mente che si trova fra il conscio e l'inconscio e trattengono memorie e sensazioni.
Le tecniche e le induzioni ipnotiche sono le più svariate, risultati di secoli di studi, di sperimentazioni e grazie alle attuali ricerche nell'ambito delle neuroscienze.
Dopo aver praticato l'induzione ipnotica, l'ipnotista crea una condizione mentale di aumentata suggestionabilità, oltrepassando la corteccia cingolata anteriore (centro delle nostre facoltà critiche), si inibisce l’espressione delle esperienze emotive e traumatiche e aumenta l’attività della regione del cervello che fa affiorare alla coscienza emozioni e sensazioni.
La condizione che si prova è di grande rilassatezza, pace, ipersensibilità dei canali ricettivi e una grande predisposizione alla riprogrammazione mentale.